Casa Circondariale Ariano Irpino. Una giornata di sport e inclusione

“Questa mattina ho partecipato ad una splendida iniziativa legata allo sport presso la Casa Circondariale di Ariano Irpino e ho avuto l’occasione di visitare la struttura. Sono tanti i problemi che attanagliano le carceri, a partire dall’ormai endemico sovraffollamento e per questo motivo assumono ancor maggiore risalto gli eventi legati all’inclusione, al sociale, al dialogo. C’è bisogno che questi luoghi, non diventino solo privazione di libertà ma occasione di speranza per il futuro, di reinserimento concreto nella società per i detenuti. C’è bisogno di atti concreti, di attenzione costante e di progettualità. Tanti gli sforzi che, quotidianamente, mettono in campo tutti gli operatori con grande sacrificio, dedizione e professionalità, ma si può e si deve fare più per mettere a disposizione tutti gli strumenti che occorrono a migliorare le strutture. L’inclusione è parte fondamentale di questo processo e va accompagnata con attività trattamentali volte a superare l’idea delle case circondariali come istituzioni totali, chiuse alla società esterna mentre, invece, è auspicio di una società civile aprire il sistema penitenziario all’esterno, al fine di ottemperare al mandato costituzionale.
Ho raccolto le testimonianze di tanti detenuti che hanno espresso il desiderio di ricrearsi una nuova vita quando avranno terminato di scontare la propria pena, desiderosi di riabbracciare i propri familiari e di riappropriarsi delle propria identità di genitori, mariti e figli. E da qui che occorre ripartire per immaginare un sistema penitenziario aderente ai propri compiti e teso alla piena umanizzazione della pena”.
 

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